La Sessuologia Clinica è una disciplina scientifica che si occupa di tutti gli aspetti legati alla sessualità tra cui le disfunzioni sessuali come i disturbi del desiderio, della fase di eccitazione (disfunzione Erettile) e dell’orgasmo (Anorgasmia, Eiaculazione Precoce, Eiaculazione Ritardata ecc.). Per la risoluzione di tali disturbi la terapia prevede un approccio multicausale ed eclettico, attraverso l’impiego di strategie comportamentali, relazionali e psicodinamiche orientate all’eliminazione del sintomo sessuale. Il disturbo sessuale viene considerato come sintomo psicosomatico e affrontato attraverso un metodo integrato di terapia che prevede l’utilizzazione di tecniche specifiche organizzate in un iter sistematico, al fine di stimolare l’emergenza di conflitti intrapsichici inconsci e ripristinare una soddisfacente funzionalità sessuale. La terapia consiste in sedute di coppia/singole per un tempo determinato per cui viene considerata una terapia breve.
Dott.ssa Paola Matteucci
Il termine “eros” viene frequentemente tradotto con la parola “sesso” che, nell’immaginario collettivo, richiama una visione della sessualità sterile e puramente meccanicistica. Uno sviluppo alquanto sorprendente se volgiamo lo sguardo alla letteratura classica in cui Eros rappresentava l’amore cosmico, spirituale ed elevato. Nella mitologia greca, la sessualità non solo viene considerata il promotore dell’Universo ma è, anche, tramite con il divino, ricerca di relazione e propulsore della creatività. Il compito di Eros è, infatti, quello di legare attraverso il desiderio i due mondi quello degli dei e quello degli uomini. L’immaginario dei nostri antenati ci insegna, quindi, che il raggiungimento dell’autentica soddisfazione sessuale è possibile solo nell’unione con la coscienza e consapevolezza di sé. Se Eros, come sottolinea Galimberti è connessione con il divino, il rapporto che egli instaura non è semplicemente tra gli uomini, ma una relazione con l’altra parte di noi stessi, è un “nesso” tra la parte razionale dell’uomo e la sua parte divina. Ciò significa che la sessualità dovrebbe essere considerata come un aspetto integrante e indispensabile nello sviluppo continuo e costante dell’identità personale e sociale, atta a valorizzare l’immagine che ognuno di noi ha di sé per esprimere appieno la propria creatività.
Ogni relazione che s’instaura con una persona “è comunque una relazione sessuata”. Non si può mai prescindere dal genere sessuale dell’interlocutore. Il modo di interagire con l’altro è sempre veicolato dal genere di appartenenza che ci obbliga a comportamenti e atteggiamenti pre-definiti dal sociale e dalla cultura di riferimento.
Considerare la sessualità al di fuori del contesto in cui avviene, separarla dalla relazione o dai contenuti espressi dal linguaggio sessuale del corpo, significa trasformarla in un oggetto sterile che aliena le emozioni e le dinamiche individuali ed interindividuali che, nella realtà implica. Attraverso il comportamento sessuale si produce la vita, si condividono le emozioni, le aspettative e i sentimenti con un’altra persona. È un incontro che obbliga ad un confronto non solo con un corpo diverso ma, soprattutto, con quello che il proprio corpo rappresenta ed esprime di ognuno. Parlare con il corpo, come accade durante un incontro sessuo-affettivo (che, diversamente da ciò che è usuale pensare, non inizia nel letto ma sin dal primo momento che due persone s’incontrano) significa, quindi, confrontarsi con le proprie insicurezze, le proprie paure, con quel naturale bisogno di essere accettati e accolti che ognuno ha; in breve con la parte più intima e autentica di sé stessi. Il partner diventa una sorta di specchio in cui vengono riflessi tutti i nostri bisogni, le nostre certezze ed ogni più piccola caratteristica del nostro essere emotivo ha la possibilità di venire attivata dal contatto con l’altro (Cipolla, 1996). Il corpo parla nonostante noi stessi e le nostre intenzioni; ed è il contatto corporeo, veicolo dell’emozione sessuale, con chi desideriamo, a renderci visibili realmente all’altro e a confermarci di esistere.
Tratto da: Capitolo 2 (a cura di Paola Matteucci) del libro “Parliamo D’Amore” di Andrea Ciucci Giuliani, Enrichetta Maria Drago, Nada Loffredi, Paola Matteucci”, Carocci Editore Roma, 2006