La IADC è un metodo terapeutico per elaborazione del lutto, basato su una particolare procedura di stimolazione bilaterale del cervello attraverso movimenti oculari.
Il metodo IADC porta, nel 70% dei casi, il paziente in pochi istanti e per pochi secondi in una modalità ricettiva (e in pieno stato di veglia) in grado di riconnetterlo (almeno la percezione soggettiva è tale) con la persone defunta a cui il trauma o il dolore della perdita è legato.
Tale riconnessione con il defunto, come dimostrato dal successo ottenuto in migliaia di casi clinici, può condurre a una risoluzione istantanea e definitiva del lutto, del trauma e dei sentimenti a esso collegati.
Il metodo IADC è stato scoperto nel 1995 da un’involontaria variazione del metodo EMDR realizzata dal dottor Allan Botkin, uno psicoterapeuta americano di formazione comportamentista che già da anni utilizzava la tecnica EMDR con i reduci di guerra presso l’Unità di Disturbo-Post-Traumatico da Stress dove ha lavorato per vent’anni.
PER CHI È UTILE IL METODO I.A.D.C.
Molte sono le situazioni in cui questo metodo si è rilevato vincente.
In caso di perdita di una persona cara:
Per chi soffre di un lutto traumatico recente, o subito decine di anni prima
Per chi ha questioni irrisolte (sentimenti di colpa, rabbia e tristezza) con una persona defunta
Per chi vuole vivere, con semplicità, naturalezza e in pieno stato di coscienza, una esperienza vivida e trasformatrice di riconnessione con una persona deceduta con cui si vuole ristabilire un contatto e onorare un legame affettivo. Senza intermediari, senza necessità di modificare le proprie credenze, senza creare dipendenze emotive.
SCIENZA E SPIRITUALITÀ
Uno degli aspetti più interessanti sta nel fatto che la IADC coniuga l’aspetto psicoterapeutico, avvalendosi di una tecnica specifica ormai universalmente riconosciuta dall’ambiente scientifico, con l’aspetto spirituale a cui tengo in maniera particolare.
Durante una sessione di IADC è il paziente stesso che viene indotto a ri-trovare la connessione con la persona che non è più in vita, senza nessuna intermediazione.
Il terapeuta lo guida nel processo sostenendolo nell’esperienza. Il fatto che la persona possa avere una connessione con il proprio caro non più tra noi non solo velocizza il processo di elaborazione della tristezza ma apre ad una esperienza percettiva straordinaria di profonda trasformazione individuale.
Così scienza e spiritualità si fondono in un processo di espansione della coscienza perfettamente in linea con l’approccio proposto nello studio di Armonici Sentieri.
Dott.ssa Paola Matteucci