Meditazione

“LSe trovi dentro di te il luogo da cui hai evocato la sofferenza, sarai capace di vivere accanto a essa e di affermarla, forse anche con gioia, perché è la tua vita.”.
Joseph Campbell

Meditare deriva dal latino meditari, avente la stessa radice di medeor= curare. Ciò significa che la meditazione rimanda alla possibilità di concepire la mente come uno spazio in cui poter entrare per prendersi cura di sé . Corpo e mente vengono a costituirsi come unità imprescindibile, condizione necessaria perché si possa giungere al contatto con l’Anima.
La Meditazione è un processo che consente, attraverso la pratica e l’esercizio, di accedere a livelli più evoluti di coscienza. Seguendo il processo meditativo nei suoi diversi passaggi è possibile entrare in contatto con ciò che si può definire “stato della mente”.
Meditare vuol dire stare nella mente, dove per mente non s’intende la sede dei processi cognitivi, ma quella “condizione” dove tempo e spazio si annullano e in cui è possibile entrare in contatto con diversi e più evoluti “piani” di esistenza. La mente in questo caso è una dimensione dell’essere, un ponte tra la materia e l’energia. Entrare in questa dimensione amplifica la consapevolezza che esistiamo al di là della materia.
Al di là delle matrici filosofiche in cui fonda le sue radici, l’aspetto fondamentale del suo processo è quello di giungere ad una sorta di distacco, di allontanamento da ciò che viene definito Ego ovvero la personalità, caratterizzata da pensieri, idee, convinzioni, abitudini comportamentali più o meno funzionali che contraddistinguono la nostra esistenza. “Uscire” dall’Ego, significa alleggerirsi dalla pesantezza emotiva che tutto questo comporta, significa sintonizzarsi su frequenze più evolute, risuonare con le energie vibrazionali che coesistono con la materia del nostro corpo, ma di cui, nel quotidiano, non riusciamo a fare esperienza perché molto impegnati in altro.

Improvvisamente, ci si accorge che siamo fatti di energia, le nostre percezioni si amplificano, odori, suoni, sensazioni tattili …, si potenziano, i pensieri fanno meno rumore, le emozioni intasano meno il nostro sentire e tutto ciò che si percepisce è una sensazione di quiete e armonia. È proprio in questa fase che siamo al massimo del nostro potenziale . Senza far nulla, il nostro corpo fa esperienza. Sarà poi, in un secondo momento, che questa esperienza verrà elaborata dal nostro corpo e dai nostri processi cognitivi e trasformata in consapevolezza.
Il processo meditativo segue le linee del processo intuitivo, finendo con il potenziare proprio quest’ultimo. Si poggia sulla capacità innata di ognuno di noi di andare oltre il tangibile, sfruttando i nostri canali percettivi, sviluppando un linguaggio che si accorda con la logica creativa-intuitiva dell’emisfero destro, trascendendo la logica formale tipica del nostro emisfero sinistro. Il suo sviluppo è intimo, conduce in noi stessi, ai confini del nostro inconscio, dove l’energia animica vivifica nel nostro sé più autentico. Ed è qui, in questo luogo-non luogo, ai margini dello spazio/tempo, che comprendiamo che la nostra natura energetica, collegata con il tutto, si esprime nella materia del nostro corpo. L’accesso a questa consapevolezza aiuta a progredire nella propria esistenza, comprendendo che ciò che abita in noi può aiutarci nella realizzazione di noi stessi. Quando meditiamo cambiamo frequenza, cambiamo linguaggio, oltrepassiamo l’abitudine di pensare e dialogare con i codici e i processi tipici della nostra cultura. Siamo, sentiamo, ascoltiamo, comprendiamo e percepiamo nel medesimo istante. Usiamo un linguaggio più affine con la nostra anima. Entrando in noi stessi sviluppiamo un dialogo intimo con l’energia dell’universo.

Dott.ssa Manuela Megna