Regressione

“Non siamo noi a dover dire cos’è l’Anima ma è l’Anima a doverci dire chi siamo”.
Ada Cortese

REGRESSIONE

L’Induzione Regressiva è un metodo consolidato in molte discipline psicologiche. Si fonda sulla teoria che ricordare il passato è fondamentale per guarire il presente, così come il ricordo non elaborato emozionalmente è alla radice della patologia.
Tornare indietro, nel lì ed allora, per comprendere cosa succede nel qui ed ora, vuol dire andare a rintracciare in eventi passati emozioni che non sono riuscite ad esprimersi e che continuano ad esistere andando ad impattare la nostra realtà al di là della nostra consapevolezza.
“Non riesco…”, “Non ce la faccio”,…”Vorrei ma…”, “Mi trovo sempre nella stessa situazione”… sono espressioni tipiche di chi si sente bloccato, nonostante tenti e voglia, con tutto se stesso, modificare la propria condizione esistenziale . Alla base di queste difficoltà, vi sono emozioni bloccate che intralciano la nostra capacità di esprimere noi stessi e di metterci al timone della nostra vita. La nostra difficoltà nel rintracciarle non dipende dal fatto che non ricordiamo gli eventi della nostra vita, perché spesso li ricordiamo benissimo, ma dal fatto che non ricordiamo le reali emozioni sperimentate in quella data situazione, perché rimosse. Le abbiamo messe via, perché troppo difficili da gestire in quel momento!
L’induzione regressiva, allora, consente di andare indietro nel tempo per scoprire che emozione abbiamo sperimentato in una data situazione e comprendere così dove fondano le radici le nostre difficoltà, sciogliendo, pian piano, i nodi che intralciano il nostro cammino.

REGRESSIONE AD APPROCCIO SPIRITUALE

La regressione ad approccio energetico vibrazionale (spirituale), si basa sul medesimo presupposto dell’approccio tradizionale, secondo cui ricollegarsi con esperienze passate aiuta a comprendere il presente. L’unica differenza è l’assenza di limite spazio/temporale.
Siamo Spiriti incarnati che fanno esperienza terrena per mezzo del complesso Animico!
In tal senso, allora, la regressione diventa un viaggio nell’Anima.
Connettendosi con il nostro aspetto vibrazionale, è possibile accedere all’energia animica rintracciando così esperienze cruciali in altre vite che possono essere utili per elaborare aspetti della vita presente.
I motivi per una regressione possono essere diversi
● comprendere la radice di una credenza negativa (io non posso, non merito, non sono all’altezza, non mi fido degli altri…),
● comprendere la natura di schemi comportamentali che si fa fatica ad abbandonare,
● comprendere il senso di alcune relazioni,
● comprendere i passaggi evolutivi che l’Anima ha fatto attraverso le diverse reincarnazioni, per diventare consapevoli di cosa è necessario integrare per procedere nel nostro percorso evolutivo.

Riosservare una vita o più vite precedenti può permettere di far luce sul senso di alcune esperienze che ci troviamo a vivere. È possibile che in una vita precedente l’Anima non sia riuscita a portare a termine bene un compito, che non sia riuscita ad evolversi, secondo il suo programma, attraverso quel corpo in quella data vita, per una serie di ragioni. Potrebbe essere che deve ancora fare esperienza di quel processo per comprenderlo meglio, oppure, deve assicurarsi di aver integrato bene la “lezione . Il temine “lezione” non è qui usato a caso, perché la vita in un corpo è per l’Anima una scuola e, a volte, si può essere rimandati!
La Regressione promuove un processo di consapevolezza di sé ed è in tal senso si può parlare di guarigione, perché permette di guardare alla propria esistenza con altri occhi. Annulla l’idea che abbiamo di noi relegati in uno schema di tempo e spazio e ci fa comprendere quanto potente sia la nostra natura. Ci pone su un piano evolutivo e ci fa comprendere che siamo artefici della nostra crescita.

RILASSAMENTO E REGRESSIONE

Perché una regressione avvenga è necessario che il soggetto entri in quella che viene definita fase Alfa, la fase tra il sonno e la veglia, quello stato di rilassamento profondo che noi sperimentiamo almeno due volte al giorno, prima di addormentarci e quando ci svegliamo. Le persone che praticano meditazione accedono più velocemente a questo stadio. Ecco perché, in genere, è importante procedere attraverso un accompagnamento al rilassamento per chi non è abituato a questi processi.
In questa fase è più facile recuperare informazioni senza che la mente razionale e analitica, presieduta dall’emisfero sinistro, intervenga a bloccare il flusso di ricordi lontani, le emozioni e le sensazioni sperimentate grazie all’emisfero destro. Nella realtà, non è che un emisfero diventi più attivo dell’altro, i due emisferi “si allineano”, collaborano, perché è utile che il soggetto descriva ciò che accade e sia presente a se stesso. Il soggetto, quindi, pur essendo sveglio, può comunque scorrere gli eventi e descriverli come stesse sperimentando un sogno ad occhi aperti.

Dott.ssa Manuela Megna